CABIATE (Co)
Recupero e riuso del complesso di villa Padulli e riqualificazione del parco annesso
2012
Accanto al recupero degli edifici storici, il progetto si caratterizza per l’inserimento di un edificio per congressi e la risoluzione dei problemi di connessione tra gli edifici e gli spazi di servizio.
La conformazione orografica, la storia del luogo e le esigenze dell’Amministrazione hanno comportato una serie di analisi che hanno fatto maturare una proposta progettuale indirizzata dai seguenti principali obbiettivi:
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conservazione delle caratteristiche essenziali del complesso (villa e parco)
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realizzazione per lotti
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accessibilità immediata e funzionale all’intero complesso.
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gestione separata delle funzioni
1) conservazione delle caratteristiche essenziali del complesso (villa e parco)
L’intervento si pone come opera di conservazione integrale delle caratteristiche del complesso in relazione al grado di importanza documentale delle opere stesse. Con questo si vuol specificare che ad esempio la dependance adibita a ristorante e albergo manterrà integralmente l’aspetto esteriore modificando in parte radicalmente la distribuzione interna, mentre la villa Padulli viene viceversa ripulita da una serie di partizioni interne che l’hanno snaturata e avvilito quel carattere “aristocratico” presente in alcune sale.
Gli interventi che invece introducono nuove funzioni sono collocati ad una determinata distanza dagli edifici esistenti. Il posteggio e la sala polifunzionale seppur legate al complesso da un sistema di percorsi restano volutamente staccati dal contesto storico. In tal modo le viste seriali che si hanno degli edifici storici percorrendo le strade e i sentieri esistenti di accesso non vengono interessate dalla presenza di questi nuovi episodi che al contempo possiedono una loro autonomia architettonica e una fisionomia non dettata da intenzioni di mascheramento ma di inserimento paesaggistico.
Prima di giungere alla soluzione definitiva si sono verificate altre ipotesi che privilegiavano la costruzione di una sala ipogea posta nelle vicinanze della villa ma la soluzione adottata, ponendo l'edificio della sala come baricentro di ingresso tra il parcheggio esterno e gli edifici superiori, ha numerosi vantaggi senza necessariamente porsi in una posizione di oscuramento delle vedute dal basso della villa arrivando dal centro storico.
Chi giunge alla villa Padulli dalla strada sterrata interna al parco scorgerà alla sua sinistra un leggero pergolato metallico giacitura del piano inclinato che raccorda il terreno alla villa. Tale ottica indirizza anche gli interventi nel parco che viene mantenuto e valorizzato nei suoi aspetti antropici e naturalistici. Ciò significa che tutto quanto si riscontra essere volontà dell’uomo verrà considerato per far riemergere le intenzioni progettuali dei nostri avi, ma conservando quanto la natura nel corso di decenni di trascuratezza vi ha sovrapposto e conquistato. Significativa per l’integrità del parco è stata la scelta di escludere radicalmente al suo interno aree adibite a posteggio.
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realizzazione per lotti
Tra i motivi che hanno portato alle scelte progettuali la realizzazione per lotti (unitamente a quello successivo di una immediata e organica accessibilità al complesso) riveste una considerevole importanza. Inoltre le problematiche di cantiere da tenere in considerazione vista l’orografia e la disposizione degli edifici hanno contribuito ad esempio a rafforzare l’idea di separare la sala polifunzionale dalla villa Padulli. Difatti l’ipotesi di una eventuale sala ipogea da collocare ad esempio nel cortile della villa avrebbe comportato una difficoltà di gestione del cantiere oltre che di esecuzione elle opere. Separando tale funzione la villa potrà essere restaurata nell’ambito di un lotto specifico. Occorre inoltre notare che l’attribuzione della funzione espositiva all’ala “nobile” più antica e la collocazione degli uffici nell’altra ala darà la possibilità di intervenire sulla villa in tempi differenti articolando le opere in due fasi successive.
Pertanto i lavori di restauro, ristrutturazione e nuova edificazione degli edifici potranno articolarsi in cinque lotti funzionali: la villa in (due lotti), la depandance; la casa del custode; la sala polifunzionale.
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accessibilità immediata e funzionale all’intero complesso.
Ci si è subito resi conto che l’accessibilità al complesso correlata alla dotazione di parcheggi era uno dei primi temi da affrontare e risolvere. La soluzione proposta pone l’accesso nel punto più favorevole al collegamento tra gli edifici sia come posizione ( baricentrica in modo tale da ridurre le distanze di percorrenza tra gli edifici e il posteggio) sia come altimetria, permettendo al contempo un razionale collegamento degli edifici all’unico e capiente posteggio a servizio dell’intero complesso.
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gestione separata delle funzioni
Per ottenere una gestione autonoma delle varie funzioni occorreva innanzitutto effettuare una mirata localizzazione. In tale ottica nella villa Padulli sono state introdotte unicamente le funzioni museali e gli uffici evitando l’interferenza di attività improprie. Inoltre tali attività avverranno ognuna in una ala dell’edificio con un proprio sistema di comunicazione verticale dando la possibilità di escludere l’accesso agli spazi museali pur utilizzando il resto dell’edificio. Analogamente la scelta di localizzare il ristorante al piano terra della dependance e l’attività alberghiera al piano superiore ha permesso sia una loro razionale autonomia oltre la separazione di tali attività dalla villa. Stesso discorso per la sala polivalente autonoma dagli altri edifici ma strettamente a loro legata mediante una rapida e comoda accessibilità. Si è molto riflettuto sulla posizione dell’edificio e l’aspetto gestionale è stato uno dei fattori determinanti la scelta localizzativa. La sala risulta pertanto autonoma, per accedervi non occorre entrare nel resto del complesso che può essere chiuso, non crea situazioni di sovraffollamento evitando interferenze di flussi pedonali con le attività museali e degli uffici che in situazioni di contemporaneità di utilizzo potrebbero risultare critiche per la sicurezza delle persone, la tranquillità delle attività e il controllo e la tutela dei beni contenuti negli spazi espositivi.
Gli edifici, il posteggio, il parco, le sistemazioni esterne
La villa Padulli
L’introduzione di funzioni museali nell’ala nobile ha permesso di liberarla da tutte quelle tramezzature e chiusure postume che l’hanno in parte snaturata. Il porticato del piano terra viene utilizzato come atrio di accesso riportando l’accesso alla sala nel punto originario. L’unica opera di modifica che però non altera i locali principali è l’introduzione di un adeguato corpo scala protetto che permette la creazione di un percorso museale che collega i tre piani e rende autonomo in flusso dei visitatori agli spazi espositivi dagli uffici.
L’edificio viene inoltre dotato di un ascensore a disposizione di entrambe le funzioni insediate nella villa che risolve razionalmente il problema delle barriere architettoniche.
Occorre infatti osservare che mediante una semplice rampa posta sul terrazzo retrostante l’edificio nella facciata ovest alla villa e trasformato in veranda (punto di sosta con distributori automatici di bevande) e l’apribilità dell’ascensore su due lati, si sono risolti i problemi dati dalle rampe presenti su tutti i quattro lati del vano scala dovute alle quote di piano differenti tra le due ali dell’edificio.
L'introduzione di nuovi elementi di collegamento verticali tiene conto della necessità di evitare sia intrusioni invasive all'interno che alterano la tipologia della villa che superfetazioni esterne che modificano i volumi originari. Per assolvere la problematica dei collegamenti verticali nel rispetto di quanto soprascritto il progetto inserisce un solo ascensore affiancato al corpo scala originario.
Questo sistema formato dalla scala originaria e l'ascensore conserva la sua autonomia di collegamento tra le zone e funziona anche come percorso di sicurezza. All'interno del museo la piccola scala di servizio viene sostituita con una scala interna in ferro che dà continuità al percorso museale collegando le sale al piano terra con quelle dei piani superiori.
La distribuzione interna concentra gli spazi museali nel corpo principale di maggiore pregio lasciando gli spazi dedicati alle sedi degli uffici nella manica più stretta.
Il piano terra accoglie, oltre alla reception e i servizi al pubblico, le sale dedicate alla mostra permanente di settore e per la parte dedicata agli uffici i locali destinati alle sedi delle associazioni.
I piani superiori accolgono le sale per le mostre a rotazione e gli spazi per sede degli uffici, pubblici e privati, con ambienti di rappresentanza e multimedialità in stretta relazione con le sale museali.
Il nuovo acceso
Occorre mettere in evidenza che il nuovo edificio funge da cerniera tra la villa e la dependance e diviene l’accesso principale al complesso edificato per il quale il piano a quota zero del posteggio ne costituisce la reception oltre che il “foyer” della sala polifunzionale. In tal modo le informazioni sulle attività museali, gli spettacoli, i servizi di ristoro, l’attività delle associazioni, può avvenire in un punto unico facilmente raggiungibile e a diretto contatto della città e anche quando l’intero complesso è chiuso gli interessati possono trovare le informazioni sulla vita culturale e di servizio che vi si svolge al suo interno.
Un sistema di scale ed ascensore, posto sul fondo dell'edificio polifunzionale, supera i 14,30 metri di dislivello e sbarca in mezzo al percorso pergolato che collega la villa alla depandance ponendosi a metà quota tra il piano di ingresso della villa a quota 16,50 e l'accesso alla dependance a quota 12,50.
La sala polifunzionale
Dall’analisi delle funzioni che occorreva introdurre è risultato evidente che la sala polifunzionale non poteva trovare collocazione negli spazi esistenti. Non esistono locali idonei per tale funzione che abbisogna inoltre di ulteriori spazi di servizio e disimpegno aventi determinate caratteristiche nonché una impiantistica particolarmente invasiva.
Dopo aver valutato le possibili ipotesi di correlare in modo stretto tale sala alla villa Padulli (fatto che si riassumeva in ipotesi di edificio ipogeo da collocarsi ad esempio al di sotto dell’attuale cortile sfruttando l’orografia del terreno per creare un affaccio e scelte di questo tipo) si è optato per una soluzione non invasiva nei confronti degli edifici esistenti che non ne alterasse le caratteristiche fisiche e percettive del loro intorno.
La sala si incastona nell’orografia della collina risultando parzialmente interrata e integrata nella massa arborea sia esistente che di progetto. Occorre notare che la zona in cui si inserisce non presenta piante di pregio, al contrario una vegetazione spontanea di piante molto filate che sarebbero state comunque sostituite.
L’edificio che integra il sistema di risalita all’intero complesso si articola su tre livelli: la reception che funge da foyer dotata di guardaroba, biglietteria e book-shop al piano terra, la sala per 120 posti al livello superiore con un locale per le proiezioni e per le traduzioni e un soppalco che si affaccia sulla sala al terzo livello. La dotazione dei servizi igienici per il pubblico è risolta con l'inserimento di due bagni per i due sessi che consentono entrambi l'utilizzo da parte delle persone disabili.
La copertura della sala è concepita come platea per spettacoli estivi all’aperto ed entra a far parte del sistema di percorsi e spazi esterni del parco.
L'edificio si risolve nel rapporto tra un guscio esterno in cemento armato a vista, realizzato con casseri in pannelli metallici orizzontali con moduli da 50 x 200 cm, ed una scatola interna in legno, materiale naturale che si lega al parco e alla cultura industriale della zona.
Il legno riveste la platea all'esterno, scende sul fronte a formare un brise-soleil che fa entrare la luce nella sala e continua nel rivestimento del soffitto della hall di ingresso.
La dicotomia tra guscio esterno di cemento freddo e duro e nocciolo interno di legno caldo e morbido dà all'edificio una precisa identità che lo pone come elemento di ingresso agli edifici superiori ma allo stesso tempo di mediazione tra la parte alta e la parte bassa in rapporto diretto con il paese e i percorsi pedonali e veicolari.
La depandance
Ristrutturata internamente per accogliere le attività di ristorazione e ricettive l'edificio mantiene la sua autonomia funzionale al servizio del complesso della villa e del parco. Vi si accede percorrendo il viale pergolato che, dopo essere risaliti dal parcheggio sulla strada, si sviluppa sul crinale della collina e collega la dependance e la villa. La struttura è dotata di due accessi posti in corrispondenza delle aperture già esistenti, uno principale sul lato ovest introduce alla reception che filtra i percorsi del pubblico verso le sale del ristorante al piano terra e verso le camere dell'albergo al primo piano, l'altro di servizio sul lato nord in diretto collegamento con le cucine e i locali adibiti per il personale.
Dall'ingresso principale superata la reception, ambiente a doppia altezza che contiene la scala e l'ascensore, si accede alle sale del ristorante dimensionate per contenere circa 150 posti a sedere. Le sale si affacciano verso l'esterno lungo i due lati dell'edificio in relazione con il parco e la villa Padulli e lateralmente si estendono all'esterno con un leggero pergolato, in continuità con il percorso d che porta alla villa Padulli, che consente di utilizzare la parte esterna durante la stagione estiva. Le sale al pubblico sono in relazione anche con la zona dei servizi igienici al pubblico, filtrata da un guardaroba, e con le cucine.
Queste dimensionate in rapporto alla capacità delle sale, così come previsto dalla normativa, si sviluppano in modo da permettere alle lavorazioni dei cibi un andamento a "marcia avanti" che separa il percorso "pulito" da quello "sporco" delle portate. La sequenza allinea in successione il deposito con le celle frigorifere, il locale di preparazione e lavaggio degli alimenti e la zona della cucina. Dalla cucina i piatti entrano in sala attraverso un "office" di disimpegno sul quale si affaccia anche il locale di lavaggio delle stoviglie e di raccolta dei resti alimentari. A fianco dell'ingresso di servizio troviamo i locali di spogliatoio e di servizio necessari per il personale che lavora nelle cucine.
Gli spazi dedicati all'attività ricettiva sono disposti al primo piano dell'edificio in modo da avere una loro autonomia di gestione e di uso attraverso il filtro della reception.
Lungo il corridoio centrale sono disposte le camere con i servizi per un totale di 5 camere doppie e 3 singole. Al termine del corridoio l'uscita di sicurezza e in collegamento con la scala di servizio e con l'alloggio del personale.
L'abitazione del custode
Il piccolo edificio posto all'ingresso carrabile del parco ed affacciato su piazza Umberto I viene utilizzato come portineria di controllo dei mezzi che devono accedere al complesso e ritrova nel piano superiore un alloggio per il custode di circa 60 mq composto da due locali.
Il posteggio
Posto ai piedi del lato est del parco, secondo le previsione del P.R.G., si inserisce nella parte bassa ai lati della strada esistente con la ricostruzione della recinzione arretrata di alcuni metri per creare due file di auto.
L'analisi storica del parco ha evidenziato che originariamente il parco scendeva fino al margine edificato degli edifici storici e nel dopoguerra è stata inserita la strada di lottizzazione. Il progetto sfrutta questa opportunità per dotare il complesso dei posti auto necessari senza invadere la parte superiore del parco e persegue l'obiettivo di ricucire visivamente la continuità del parco tramite l'utilizzo di materiali di finitura che si integrano con il verde. La nuova recinzione che si abbassa e segue il profilo del terreno è prevista con un rivestimento di panneli di lamiera di "corten" di colore brunastro simile alla terra e la pavimentazione del posteggio è in prato armato in modo che si presenti in assenza di auto quale superficie verde integrata al resto del parco.
Il marciapiede attuale viene demolito e arretrato all’interno della zona verde costituendo un tratto di percorso ciclopedonale che continua oltre la zona del posteggio in collegamento con il ponticello che supera il torrente Terrò e si immette lungo la strada che porta verso il parco di piazzale Libertà.
La capienza del posteggio stimata in circa 80 posti permette di soddisfare il fabbisogno di più attività che si dovessero svolgere simultaneamente nel complesso.
All’interno del parco della villa troveranno collocazione limitate superfici di prato armato strettamente necessarie al carico e scarico, alla dotazione di posti privilegiate per conferenzieri, autorità e mezzi di soccorso.
Il parco
Il progetto interviene in modo differenziato all’interno del parco. Nell’area ovest dove l’incuria ha permesso alla vegetazione spontanea di insediarsi ricreando un ambiente boschivo autoctono si dovrà assecondare tale carattere tipico del parco della brughiera Briantea. Selezione, irrobustimento delle alberature troppo filate, cura del sottobosco mediante l’introduzione di essenze che ne regolino lo sviluppo,… saranno le uniche opere da programmare nell’ambito di una corretta manutenzione ordinaria.
Per la restante parte del parco gli interventi si possono sinteticamente così riassumere:
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valorizzazione della presenza della villa Padulli
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valorizzazione delle alberature pregiate
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inserimento di essenze da fiore cespugliature, tappezzanti.
1 valorizzazione della presenza della villa Padulli
Si opererà su due elementi: la sistemazione delle superfici a prato nelle vicinanze della villa e la ripulitura del l’area est sottostante la villa. La ridefinizione geometrica delle superfici erbose e dei loro bordi mediante siepi essenze da fiore e cespugliature decorative permetterà di dare ordine e “nobiltà” all’intorno dell’edificio.
La sistemazione del declivio nella parte est verso il centro abitato è finalizzata a far riemergere dal basso la sagoma della villa che si affaccia sulla vallata e arricchirà il parco di quella parte di giardino fiorito che in tale zona può trovare un’idonea collocazione. Ripulita dalle attuali piante e dagli arbusti infestanti le essenze da prevedere dovranno contribuire alla stabilizzazione del terreno. Nell’ottica dell’inserimento di elementi arborei ed architettonici adottati negli edifici storici, trova qui adeguata motivazione l’inserimento del pergolato che collega la villa alla depandance concepito come struttura leggera predisposta per essere coperta da essenze rampicanti da fiore.
2 valorizzazione delle alberature pregiate
Il fronte est del parco in prossimità dell’ingresso e la parte a nord di tale fronte è caratterizzato dalla presenza di alberi particolarmente maestosi. Il carpinus betulus, le imponenti querce, la coppia ravvicinata di faugus sylvatica atropurpurea e altre piante, devono essere valorizzate scenograficamente nel limite del sacrificio di piante secondarie, arbusti specie di minor pregio. Anche un adeguato studio dell’illuminazione potrà essere un elemento importante per lo studio scenografico del parco.
3 inserimento di essenze da fiore cespugliature, tappezzanti.
Se ne è già fatto cenno, è un argomento che merita un approfondimento in una successiva fase in quanto la scelta , la localizzazione la conformazione deve scaturire da un appropriato studio compositivo. Per la situazione in cui versa il parco tale studio si pone come introduzione di un nuovo vestito attualmente inesistente e di cui se ne sono perse quasi per intero le tracce, pertanto la calibratura, l’equilibrio di tale inserimento dovrà essere valutato con accortezza.
Il parco della villa concepito paesaggisticamente ,data anche l’orografia del sito, non presenta tracce di composizioni geometriche. Pertanto la seconda fase sviluppa sostanzialmente quanto sopra riportato (si veda nel dettaglio la relazione tecnica) accentuando il carattere “romantico” senza sovrapporre all’esistente segni o geometrie ad esso estranee .
Data la conformazione orografica e l’assenza di estese superfici erbose il parco risulta essere luogo prevalentemente da percorrere per arrivare all’episodio culminante della villa. Anche la zona boschiva ,porzione del fondovalle del torrente, non invita alla sosta sia per il contesto attualmente degradato ma soprattutto per la conformazione del luogo privo di prospettive aperte su orizzonti più estesi e significativi e chiuso dal recinto della proprietà. Costituisce pertanto più una quinta verde al percorso che conduce alla villa piuttosto che un luogo idoneo alla sosta.
Dato il carattere del complesso villa-parco si è ritenuto inopportuno inserire zone giochi, percorsi vita, slarghi attrezzati. L’arredo sarà composto da semplici sedute in legno e in blocchi squadrati di ceppo posti in numero limitato lungo i percorsi.
Il progetto è volutamente semplice e sobrio nell’introdurre nuove piante ed essenze da fiore. Predominano per queste ultime le sfumature del bianco a cui si accostano il color rosa tenue e il giallo pastello per le essenze da fiore . Volutamente si desidera evitrare i contrasti cromatici e la ricchezza di giardini che non trovano riscontri in queste zone della Brianza. Mentre si è introdotta una unica essenza di alto fusto (parrotia persica) dalla forma globosa che accostata in gruppo collega ,ricomponendola visivamente, la massa verde interrotta dal nuovo edificio incastrato nella scarpata.
In conclusione è utile sottolineare che la progettazione è stata impostata tenendo conto di due fattori economici: 1) il rispetto del budget di spesa indicato nel bando 2) un limitato futuro onere di manutenzione e gestione delle aree verdi.
4 I percorsi carrabili e pedonali
Il progetto non introduce nuovi percorsi ma recupera quelli esistenti li completa dove se ne è ritenuto opportuno ed anzi elimina parti di quelli esistenti. Si veda ad esempio il tratto di strada carrabile che conduce dalla dependance adibita a ristorante alla villa : riproponendo la situazione deducibile nella cartografia del cessato catasto viene visivamente eliminato sostituito con un prato armato che permette l’accesso carrabile alla villa ma al contempo propone una regolare superficie a prato non più ritagliata dalla striscia stradale che si immetteva in modo innaturale nel loggiato sulla testata est della villa Paduli. Ad essa si accederà tramite il percorso posto lungo il bordo est del piano verde che costituisce il nuovo sistema di collegamenti orizzontali e verticali tra gli edifici interni al parco il posteggio e Cabiate.
Nella zona boschiva ad ovest si è introdotto un percorso di attraversamento sulla “ traccia” di quello esitente. Funge anche da accesso carrabile ai mezzi di manutenzione terminando con una piccola rotonda . Da tale punto di manovra degli automezzi si risale poi alla strada mediante un percorso pedonale.
Superfici in calcestre , beola grigia per i cordoli, blocchi di ceppo ,canali formati da pavimentazione di acciottolato, assiti di legno saranno i materiali con i quali si realizzeranno tali percorsi. Presenti per la maggior parte nell’attuale parco costituiscono patrimonio comune dei giardini storici lombardi.
Le sistemazioni esterne
Il progetto ridefinisce il tratto che da piazza Umberto I si snoda con il posteggio sino all’area verde
1 Piazza Umberto I
Piazza Umberto I viene riqualificata con una soluzione progettuale minimalista. Liberato il fronte dell’ingresso della villa dalla vista delle automobili (a posteggio viene dedicato solamente il lato opposto della piazza), la pavimentazione in materiale lapideo è solcata da una linea di pietra sagomata a formare un canale nel quale ad intervalli regolari fessure raccolgono l’acqua dell’intera superficie pavimentata. L’edificio di ingresso e l’annesso muro di cinta sono contornate da una striscia di “rizzada” che prosegue tagliando la strada e ricongiungendosi (a memoria dell’originaria estensione del parco ritagliato dalla creazione della via della Resistenza) al muro di contenimento del piano erboso che costeggia esternamente gli edifici a corte.
2 Via Resistenza
Ricavata a suo tempo come sopra accennato sacrificando la parte bassa del parco, viene adottata come corsello del posteggio a servizio dell’intero complesso. Realizzato quest’ultimo con il prato armato( tipo ritter) riconnette in assenza degli automezzi le superfici verdi ai suoi lati. Aumentando l’importo per le opere di sistemazione esterna sarebbe interessante valutare la possibilità di estendere il prato armato all’intera sede stradale solcandola di semplici trottatoi in sostituzione del più economico asfalto. In tal modo si mitiga ulteriormente la ferita causata da questo funzionale attraversamento e luogo di sosta e si darebbe maggior risalto e qualità al percorso di collegamento al punto di accesso e collegamento l complesso edilizio.
Nella superficie a valle della strada Il progetto introduce un altro percorso ciclopedonale che attraversando il corso d’acqua con un ponte si collega al centro cittadino completandone il primo tratto costruito nel giardino pubblico di recente costituzione.
La nuova recinzione che delimita il parco è stata progettata come muro di contenimento del declivio. L’andamento inclinato della muratura registra il taglio del terreno dissimulato cromaticamente dal colore dell’acciaio corten adottato come cassero a perdere nella realizzazione del muro di c.a.
Una leggera recinzione metallica alla lombarda (composta dall’unione di barre verticali) completerà la sagoma della recinzione collegandosi all’originario muro di cinta su piazza Umberto I.
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